Autismo: tante differenze, quante risorse! 3 storie a confronto

Ogni 2 aprile si celebra la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, una condizione ormai ben nota che in Italia affligge circa 1 bambino su 77. Nonostante le manifestazioni cliniche di questo disturbo possano essere riassunte in difficoltò specifiche, poco si parla di quali e quante siano invece le differenze tra individui affetti da questo stesso disturbo e quali le risorse.

Principali manifestazioni cliniche dell’autismo
Possiamo ricondurre le principali manifestazioni cliniche dell’autismo a due macroaree principali:
- Deficit nell’interazione sociale e nella comunicazione;
- Comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi.
Gli individui con disturbo autistico hanno difficoltà ad interagire secondo le basilari regole di conversazione, non sanno aspettare il proprio turno di parola, possono fare delle domande di circostanza (ad esempio “come stai?”) senza però attendere o essere interessati alla risposta, e soprattutto non instaurano una conversazione che abbia uno scambio di battute contestuali. Non comprendono altro se non il linguaggio concreto, cadendo spesso in incomprensioni quando si utilizzano modi di dire ed espressioni metaforiche. Sono spesso attratti dai particolari più sfuggenti ai molti, e anche nei loro interessi toccano l’eccentricità e la peculiarità. Quando sono interessati a qualcosa possono conoscerne ogni particolare, divenendo allo sguardo degli altri monotematici ed eccessivamente coinvolti. Alcuni di loro sono estremamente bravi ed eccellono nei loro interessi.

Altre caratteristiche del disturbo
Non di rado queste macroaree appena descritte, sono totalmente oscurate da altri deficit più invalidanti che accompagnano il disturbo autistico.
Può accadere che le persone abbiano anche dei deficit sensoriali che si manifestano, ad esempio, con l’intolleranza a luci o suoni forti, oppure la selettività rispetto a cibi e consistenze. Non di rado le reazioni agli stimoli divengono aggressive, spesso accompagnate da autolesionismo o aggressività verso gli altri.
Il linguaggio non è sempre presente, possiamo notare semplici ritardi nell’acquisizione, utilizzo funzionale di alcune parole, oppure totale assenza del linguaggio verbale, aggravando la già nota difficoltà di comunicazione. Inoltre il livello cognitivo non è sempre nella norma, a volte si manifestano situazioni di scarsa autonomia nell’area personale e sociale.
Altre difficoltà si manifestano nell’area motoria, spesso nel movimento fine o in una goffaggine generale.

 

– 3 storie a confronto -
Il quadro clinico che abbraccia questo disturbo è, come potete dedurre, molto articolato. Queste 3 storie affrontano l’autismo attraverso le sue peculiarità, accompagnando la crescita di ognuno attraverso il riconoscimento delle possibilità, delle risorse personali e degli interessi di ognuno.

Giovanni
Giovanni è un ragazzo di 14 anni, dolce, molto sensibile e tanto fisico. Parla benissimo ed interagisce bene con tutti, gli piace stare in mezzo ai suoi amici e non manca mai di esprimere il suo bene. Ha una passione coinvolgente che lo entusiasma e riempie i suoi pensieri: un cartone animato che ha come protagonisti delle creature colorate e appariscenti che hanno come obiettivo la felicità. Questo cartone animato tiene accesa in lui questa gioia e la fantasia di un mondo fatato e felice in cui rifugiarsi. È infatti un po’ spaventato dall’entrata alle scuole superiori: questa sua dolcezza è poco apprezzata dai suoi compagni, che ormai si sentono grandi e non possono condividere degli interessi così infantili. Giovanni ha due migliori amici: due ragazzi della stessa età con disturbo dello spettro autistico, con cui gestisce un programma radio in cui diffondono conoscenze e curiosità sulla loro condizione. Non è molto facile andare d’accordo con uno di loro, Silvio infatti è un ragazzo molto schietto, rude e senza peli sulla lingua, a cui non piacciono proprio le smancerie! Per Giovanni è stata una vera sfida non parlare sempre ed esclusivamente del suo cartone animato con Silvio, che proprio lo disprezzava, mentre per Silvio è stato difficile cercare di pesare e contenere il suo punto di vista con l’amico.
Giovanni ama a tal punto il suo cartone animato da riprodurre fedelmente decine e decine di disegni, che ricopia a mano libera mostrando un’abilità eccezionale. Il ragazzo ha infatti scelto il liceo artistico e, grazie alle sue capacità, ha partecipato e vinto molti concorsi, alcuni dei quali hanno permesso di riprodurre i suoi disegni attraverso degli addobbi floreali, in una famosissima manifestazione di provincia.

Andrea
Andrea è un bambino di 8 anni, non parla, è iperattivo, riesce ad avere un’autonomia personale quasi completa, grazie agli interventi educativi fatti fino a quel momento. Andrea non sa bene comunicare i suoi bisogni, durante le attività educative entra in frustrazione e diventa aggressivo se non vuole svolgere un compito. Impara piano piano ad usare qualche parolina per esprimere i suoi bisogni, per far capire il suo volere ed indirizzare gli altri alle attività che vuole svolgere. Non sa giocare da solo e non sa giocare con gli altri: non riesce infatti ad uscire dai suoi giochi ripetitivi che sono perlopiù correre avanti e indietro ripetendo sempre le stesse azioni. Con la sorellina però qualcosa cambia, e ha l’occasione di imparare alcuni giochi come il nascondino, il domino e il memory (nel quale è infallibile!). Nonostante Andrea non sappia leggere, scrivere e fare lavori manuali, sa muovere bene il suo corpo ed è molto atletico, gli piace correre, andare in bicicletta, arrampicarsi. C’è una cosa inoltre che lo riempie di gioia e lo scarica dallo stress: andare sull’altalena, e, nonostante lui sappia imparare molte cose, non ne vuole sapere di imparare a spingersi da solo. Spingerlo sull’altalena diventa per lui una coccola, e un momento di forte interazione e comunicazione della sua felicità.

Sara
Sara è una ragazza di 19 anni. Lei non sa usare il linguaggio per comunicare, ma ad un certo punto della sua infanzia, quando ancora non parlava, ha scoperto i cartoni animati Disney, e se ne è appassionata così tanto da cominciare a ripeterne alcune frasi, le uniche frasi che lei dice. Sara va a scuola, studia all’istituto alberghiero, scrive ricette e le cucina. Quando le giornate si fanno pesanti, dedica le sue pause agli amati cartoni Disney litigando con il suo compagno Matteo, altrettanto autistico, a cui non piacciono particolarmente ma con il quale è obbligata a condividere il computer durante la scuola. Sara e Matteo si stuzzicano spesso, si toccano con le mani dandosi fastidio, e quando Matteo arriva al limite della sopportazione, Sara gli stringe la mano e insieme si placano. Quando non sono vicini e Matteo è coinvolto in altre attività, Sara lo cerca con lo sguardo e lo chiama, e quando non ottiene la sua attenzione corre a stuzzicarlo come sa fare lei, infastidendolo fino al momento di dargli la mano. Attualmente Sara si è diplomata, continua la sua passione per la cucina frequentando dei laboratori nel centro diurno di zona, dove si è ricongiunta con il suo Matteo.

Quale consapevolezza sull’autismo?
Queste sono solo delle piccole didascalie, dei pezzetti di vita reale in cui si può comprendere meglio gli altri rendendoli umani. Nel momento in cui il disturbo smette di essere una lente con cui studiamo l’altro, si riconoscono gli aspetti peculiari e significativi della persona, e si punta a migliorare le risorse e a spingere sulle specificità di ognuno.